(per gentile concessione di Gioconews)
L'incontro al Ministero Dell'Agricoltura promosso dal Sottosegretario delegato Patrizio La Pietra pochi giorni fa, con la partecipazione di alcuni dei maggiori rappresentanti della filiera, è stato indubbiamente una buona occasione per il settore di mettere sul tavolo le proprie "necessità", compresse da almeno 10 anni di crisi. Un'occasione per il fare appunto su diverse questioni "calde": non solo per gli ippodromi o gli allenatori guidatori, ma anche per gli allevatori.
Così, dopo il punto di vista di Roberto Toniatti, presidente dell'Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore, ospitiamo quello di Stefano Luciani, presidente dell'Associazione nazionale allevatori cavalli purosangue, che ci tiene a tracciare le somiglianze e le differenze esistenti fra i due mondi che rappresentano.
"Con Toniatti abbiamo un rapporto improntato alla collaborazione
e al confronto. Le nostre realtà hanno ovviamente in comune il cavallo, ma
sono "paralleli'" e diversi tra loro per quanto riguarda ad esempio la
gestione del costo economico dell'allevamento. Al trotto infatti è consentita
l'inseminazione artificiale, che viene invece vietata al galoppo, che quindi
necessita di una logistica più elaborata e costosa a riguardo.
Io ad esempio ho
44 fattrici: se potessi ordinare il seme e farmelo arrivare con il corriere
espresso potrei allevare in modo molto più qualitativo, risparmierei i costi di
trasferta.
Il trotto invece non ha questi problemi: loro sono molto bravi ad
allevare ma sono avvantaggiati e il galoppo non cambierà mai, a livello
planetario. Inoltre, come galoppo dobbiamo riferire all'organismo europeo
Comitato pattern (che sovrintende al controllo della qualità delle corse
di ciascuna nazione), la cui prossima seduta si terrà il 2 febbraio: per
quella data dovremo presentare una serie di garanzie e su questa data pende il
ritardo del pagamento dei premi, fatto che soffriamo da sempre e che ha pesanti
conseguenze.
Questo cronico ritardo ha fatto sì che negli ultimi anni gli
stranieri, non più sicuri di essere pagati, hanno cominciato a frequentare sempre
meno le nostre corse e il loro livello è andato abbassandosi progressivamente.
Ora siamo arrivati al punto di non ritorno: se non riusciremo a dare garanzie
in questo senso rischiamo di essere estromessi dal salotto buono del
galoppo europeo, con conseguenze devastanti per allevatori, proprietari e per
tutta la filiera: se le nostre corse non sono appetibili infatti anche il
valore dei cavalli diminuisce", sottolinea
Luciani.
"Il
Comitato Pattern chiede la tempestività dei pagamenti, un maggiore interscambio
con il ministero dell'Agricoltura sulla gestione della lotta al doping e una
maggiore condivisione di dati, su tutti gli aspetti della vita ippica, come
fanno altri Paesi europei in virtù di regole comuni scritte che vanno
osservate. L'Italia quindi deve recuperare credibilità a livello internazionale
in tempi brevi per preservare il patrimonio genetico dei suoi allevamenti", rimarca il presidente dell'Associazione Nazionale Allevatori Cavalli Purosangue.
Luciani quindi
riferisce la prima impressione avuta in merito al nuovo sottosegretario con
delega all'ippica: " La Pietra mi è sembrato pragmatico e realista, ha
sottolineato il suo impegno a reperire le risorse che mancano all'appello - attualmente c'è un buco da 41 milioni di euro - nei limiti del possibile, per il momento il funzionario delegato è
accantonato, arriveranno le risorse del Preu.
Inoltre ha detto che il 2023 sarà
un anno di transizione per recuperare l'ammanco attuale e che l'intenzione è di
ripartire ex novo dal 2024.
Io quindi auspico che il sottosegretario riesca a
reperire le risorse, nodo gordiano da cui derivano tutti i problemi
dell'ippica. Inoltre, fra le sue proposte, è interessante l'equiparazione
al 4 percento dell'Iva su tutti i premi vinti: sarebbe una gran cosa, anche se
necessita di una serie di passaggi a livello legislativo. Poi spero che si
possa addivenire a una direzione generale per l'ippica che darebbe un
punto di riferimento piùdefinito a tutto il settore. Il passaggio dall'Unire
al ministero dell'Agricoltura è stato molto traumatico; il ministero ha i suoi
tempi e noi i nostri, e ha sempre pesato la discontinuità a livello politico".
Il Presidente A.N.A.C: quindi torna a concentrare l'attenzione sulle sorti degli allevamenti
dei cavalli da galoppo. " Siamo in una fase di fragilità: il numero dei nati negli ultimi
anni è diminuito, ma l'allevamento è una delle colonne portanti del
sistema-ippica. Come ho detto anche al sottosegretario, è inutile parlare
di calendario e programmazione se non ci sono cavalli che corrono: io chiedo
misure per il galoppo, ma è chiaro che tutto l'allevamento va
sostenuto.
Noi dal 2011 non abbiamo un euro di sostegno, quindi sono ormai 12 anni; siamo allo stremo perché ci si chiede di allevare la qualità, di avere cavalli in grado di vincere le corse " buone' ", di far andare bene le aste, ma abbiamo subito un impoverimento costante. Se si vuole, risollevare la qualità dell'allevamento italiano chiedo al ministero, al ministro e al sottosegretario di trovare il modo di sostenere l'acquisto delle mamme riproduttrici di pregio e monte di stalloni di pregio, con un rimborso sull'acquisto. Io personalmente mi sto impegnando per ottenere il quarto posto al traguardo utile per conseguire il premio all'allevatore".
Luciani poi è anche
il vice presidente di Ang - Associazione nazionale galoppo - e ha sottolineato
pure in questa veste il problema del ritardo dei pagamenti: " Per
restare in Europa, ho offerto la nostra totale collaborazione al ministero -
visto che Ang è l'interlocutore tecnico riconosciuto - per aiutare il processo
di rinascita del settore. Restiamo quindi in attesa di sviluppi in vista della
scadenza del 2 febbraio, data entro la quale dobbiamo preparare delle risposte
concrete insieme con il Masaf.
Siamo un'attività agricola e muoviamo un indotto
importante, il cavallo da corsa è un'eccellenza del Made in Italy, e sono
sicuro che il nostro ministero non possa ignorarlo. Personalmente, non voglio
essere totalmente garantito e non avere il rischio imprenditoriale ma per poter
competere devo poter contare su un aiuto parziale da parte dello Stato perché
ho concorrenza spaventosa e devo fare i conti con un'ippica planetaria ormai
globalizzata.
A noi italiani - allevatori, allenatori, fantini, proprietari - non difetta certo il know-how, ma ci mancano strutture e sostegni. A tal proposito colgo l'occasione per ricordare che in questo momento in seno all'Ang i fantini sono la categoria più a disagio, che è stato in agitazione proprio a causa del ritardo dei pagamenti. Quindi, per varie ragioni, è importante che sia tracciato un percorso, che venga dato sostegno all'allevamento, che è la base dell'ippica".